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Indice:
1. Domande Generali
2. La dionea
3. Coltivazione
4. Conservazione
5. Elenco generi
6. Pseudocarnivore
7. Altre Risorse

Indice

 

FAQ sulle Piante Carnivore 7.2
courtesy of
The International Carnivorous Plant Society
by Barry Meyers-Rice
traduzione italiana a cura di Francesca Pampinella


Sezione 1

Domande Generali

Eccole, qui sono raccolte domande-risposte di tipo generale e introduttivo, per spiegarti cosa sono le piante carnivore, cosa fanno, come mangiano e per insegnarti a non diventare tu stesso vittima di uno di questi mostri... Leggi e impara!

Cos'e' una pianta carnivora?
Cosa rende le piante carnivore diverse dalle altre?
Ma le piante carnivore sono autotrofe o eterotrofe?
Quante piante carnivore esistono?
Qual'e' la pianta carnivora piu' grande e impressionante?
Cosa mangiano le piante carnivore?
Come fanno le piante carnivore a digerire le prede?
Hai qualche suggerimento per il mio progetto di scienze?
Come fanno le piante a muoversi? Sono in realta' degli animali?
Come fanno esattamente queste piante a catturare le prede?
Cosa sono tutti quei nomi in latino?
Che cosa s'intende con nomi complessi come Drosera binata multifida extrema?
Ci sono associazioni riguardanti le piante carnivore a cui posso aderire?
Qual'e' il ciclo vitale di una pianta carnivora?
Le piante carnivore hanno proprieta' farmacologiche (medicinali)?
Esistono degli usi etnobotanici delle piante carnivore?
Le piante carnivore saranno in grado di tenere sotto controllo la mia popolazione di insetti?
Dovrei aver paura delle piante carnivore?
Barry, posso scriverti? Come? Mi risponderai mai?
 
             
 
Cos'e' una pianta carnivora?

Una pianta e' definita "carnivora" se e' capace di attirare, catturare, uccidere e digerire forme di vita animale.
Ci sono molte piante che compiono alcune di azioni, ma non tutte, e che quindi non sono chiamate carnivore. Per esempio i fiori attirano gli animali (insetti, uccelli, e altre creature... perfino gli uomini, no?); alcune piante intrappolano temporaneamente gli insetti per permettere una impollinazione piu' efficente (alcune orchidee per esempio); piante come per esempio quelle appartenenti ai generi americani Ibicella e Proboscidea intrappolano e uccidono gli insetti con le loro foglie appiccicose (ma non digeriscono le prede); tutte queste piante assorbono i nutrienti tramite le radici o le foglie... insomma, anche se queste piante fanno alcune delle cose che fanno le piante carnivore, esse non rispondono a tutti i criteri necessari alla loro definizione come piante carnivore.

Negli ultimi anni si e' iniziato a capire che in natura le cose non sono esattamente o bianche o nere come si preferirebbe che fossero. Per esempio ci sono delle piante appiccicose che ospitano delle blatte che gironzolano tra le foglie nutrendosi di cadaveri di insetti morti. Questi mostriciattoli poi fanno le cacchine sulle foglie e le foglie assorbono nutrienti da questi bocconi prelibati. Altre piante, per esempio, si affidano a digestione esterna da parte di batteri. E in questi casi, che termini potremmo usare? Casi di piante semicarnivore? Subcarnivore? Quasicarnivore? La natura forma dei continui che non sono facilmente classificabili, quindi teniamo solo a mente quello che abbiamo detto prima.

Una pianta carnivora pura e' esclusivamente una pianta in grado di attirare, catturare, uccidere ed assimilare prede animali.



Cosa rende le piante carnivore diverse dalle altre?

In verita' molto poco. Sono esattamente come le altre piante, tranne che per il fatto di possedere delle capacita' che, nel loro insieme, permettono al queste piante di essere carnivore. Altre piante hanno alcune di queste caratteristiche, ma non tutte insieme. Le abilita' di cui parlo sono la capacita' di attirare una preda e di intrappolarla, la capacita' di ucciderla e successivamente digerirla e assorbire nutrienti. Altre piante, non carnivore, usano profumi e colori per attirare e pure catturare gli insetti, o possono avere veleni contro i parassiti, oppure molecole con proprieta' digestive, e strutture per assorbire i nutrienti, come radici e foglie. Diciamo che le piante carnivore hanno la caratteristica di combinare tutte queste abilita' in un modo particolarmente interessante.

Alle volte mi viene chiesto "qual'e' il ciclo vitale di una pianta carnivora?"... bhe, la risposta e' che e' identico a quello delle altre piante, appunto perche' le carnivore non si differenziano poi cosi' tanto dalle altre piante. Ci sono fiori che producono semi, semi che in settimane (o mesi) producono delle piantine, che poi crescono e fioriscono di nuovo. Alcune carnivore hanno, come molte altre piante non carnivore, la capacita' di moltiplicarsi vegetativamente, per mezzo di propaguli, getti laterali, eccetera. No, davvero, il ciclo vitale di una carnivora e' davvero una cosa semplice e comune.



Ma le piante carnivore sono autotrofe o eterotrofe?

Questa e' una di quelle domande specifiche e semi-tecniche che mi giungono ogni tanto e mi pare di poter dire che facciano parte dei compiti per casa di scienze di qualcuno. Se doveste far parte di questa categoria, non copiate di sana pianta la mia risposta. Vi assicuro che sareste beccati dal vostro insegnante. (Scommetto che non sapete nulla della rete internazionale di comunicazione tra gli insegnanti, vero? Io un permesso speciale per accedervi e fare in modo che non possiate imbrogliare con i vostri compiti per casa e farla franca). Quindi, rispondete con parole vostre!

Autotrofa e' una forma di vita che puo' vivere accontentandosi di molecole molto semplici che non sono precedentemente metabolizzate da altre forme di vita. Le piante normali (non carnivore) sono chiaramente autotrofe, in quanto hanno bisogno solo di acqua, CO2, luce e di minerali per crescere e riprodursi.

Eterotrofa e' una forma di vita che ha bisogno di molecole organiche complesse precedentemente metabolizzate da altre forme di vita. Gli animali (te compreso) sono tutti eterotrofi. Molti batteri sono eterotrofi. Alcune categorie di piante (saprofite e parassite) sono eterotrofe.

Ok, e le carnivore?? Senz'altro le piante carnivore beneficiano delle molecole organiche che recuperano dalle loro prede, quindi questo potrebbe farle sembrare eterotrofe. D'altra parte, vari esperimenti condotti su piante carnivore in laboratorio hanno dimostrato che queste piante crescono anche se non sono nutrite. Certo, senza insetti crescono meno, sono piccole e sembrano debolucce, producono anche meno semi, pero' sopravvivono. Quindi non hanno proprio bisogno di molecole organiche. Occupano, diciamo, una zona al confine tra le forme di vita autotrofe e quelle eterotrofe, ma sono per lo piu' autotrofe come il resto delle piante.

Se vuoi fare bella figura, visto che parli di "eterotrofo" e "autotrofo", associali a termini come "obbligato" o "facoltativo" (prima magari guarda cosa significano).



Quante piante carnivore esistono?

La famosa "Venus acchiappamosche" o dionea, e' solo una delle numerosissime specie di piante carnivore esistenti al mondo. Sono state descritte quasi 600 tra specie e sottospecie di piante carnivore (anche se alcune di queste si sono recentemente estinte). Il genere con il piu' alto numero di specie e' il genere Utricularia, con piu' di 200 specie. Esistono molti altri generi, e una lista e' disponibile cliccando qui. Ho anche preparato uno schema tassonomico di tutti i generi carnivori divisi per Ordine e Famiglia. Dacci un'occhiata cliccando qui, ti renderai conto di quante siano le piante carnivore!



Qual'e' la pianta carnivora piu' grande e impressionante?

Dipende da qual'e' il significato del termine "grande e impressionante". In parole povere penso che le piante carnivore piu' grandi appartengano al genere tropicale Nepenthes - queste piante rampicanti possono formare grovigli di foglie e trappole lunghi anche decine di metri. Oltretutto, le piante di questo genere sono quelle che formano trappole in grado di catturare le prede piu' grandi, fino ad arrivare alle rane. Ci sono notizie di catture anche di topi e uccelli, ma sono sicuramente casi in cui la preda era gia' debole o malata.

In un altro senso, la pianta piu' "impressionante" potrebbe essere la dionea, in quanto e' l'unica che mostra un muovimento cosi' netto, cosi' rapido, in grado di catturare un insetto in un battito di ciglia. Le trappole in assoluto piu' rapide sono quelle del genere Utricularia, che riescono a succhiare una preda all'interno dei loro piccoli otricoli in meno di un trentesimo di secondo. La trappola di sicuro piu' complessa e' quella del genere Genlisea, impossibile anche da descrivere senza disegni.



Che cosa mangiano le piante carnivore?

Questo dipende da dove vivono. Molte piante carnivore, quali Utricularia e Aldrovanda, vivono con le proprie trappole sommerse dall'acqua. Queste piante catturano prede molto piccole come rotiferi e dafnie e anche prede acquatiche piu' grandi come le larve delle zanzare. Talvolta anche gli avannotti possono venire intrappolati. E' abbastanza evidente che le trappole acquatiche del genere Genlisea siano specializzate alla cattura dei protozoi! Per quanto riguarda l'ambiente terrestre, pinguicole e drosere di solito catturano insetti volanti come moscerini, mosche e falene. Le piante ad ascidio (Sarracenia, Nepenthes, Cephalotus ecc..,) catturano insetti che vi cercano del nutrimento, soprattutto mosche e formiche. Le dionee catturano ogni tipo di insetto strisciante -le mie banchettano in particolare a base di ragni, ma senza dubbio le piante in natura hanno una dieta differente.

Ci sono alcuni esempi di catture di vertebrati, come ratti e uccelli. Le piante carnivore di cui si parla in questi casi sono le Nepenthes, le piante carnivore tropicali. Queste sono tuttavia rare sorprese e i vertebrati non sono quasi mai il normale tipo di preda (qualsiasi ratto o uccello che non sia in grado di sfuggire, a furia di morsi o di beccate, da una Nepenthes, deve essere probabilmente malato o in fin di vita per altri motivi). E' gia' piu' comune osservare la cattura di rane, ma anche questo e' un caso abbastanza raro.



Come fanno le piante carnivore a digerire le prede?

Le piante carnivore debbono possedere una fonte di enzimi per digerire le prede. Alcune piante carnivore sono in grado di produrre questi enzimi. Ad esempio le dionee, le drosere, le pinguicole, e le piante ad ascidio come Sarracenia, Darlingtonia e Nepenthes, producono tutte i propri enzimi digestivi. Dopo che la preda e' stata digerita, cio' che ne rimane e' un ammasso disgustoso di pezzettini sbocconcellati che vi farebbe stare alla larga dai pop-corn per un bel pezzo.

Altre piante carnivore sfruttano la produzione degli enzimi opportuni da parte dei batteri. In questo caso non e' la pianta stessa a secernere i succhi digestivi. Il cibo semplicemente marcisce e le piante carnivore ne assorbono le molecole cosi' decomposte. Molte piante, come ad esempio Sarracenia (e in particolare Sarracenia purpurea) si affidano sia ai propri enzimi sia a quelli prodotti dai batteri. A proposito, le simbiosi con batteri sono molto frequenti nel regno animale - le termiti hanno, nei propri visceri, dei batteri che le rendono capaci di digerire il legno; gli uomini stessi ospitano il batterio Escherichia coli nel proprio intestino per essere aiutati nella digestione (almeno cosi' mi e' stato detto -non ne so molto della specie uomo).

Un terzo tipo di accorgimenti che alcune piante carnivore mettono in atto si basa su artropodi come scarafaggi e insetti. Un caso piuttosto famoso e' quello di un tipo di scarrafoni chiamati "blatte assassine" che vivono sulle drosere. Questi animaletti schifosi strisciano sulla pianta e mangiano i poveri insetti che vi sono stati intrappolati. E' incredibile che le "blatte assassine" non vengano catturati esse stesse. Questi vermiciattoli poi fanno la cacca sulle foglie e gli escrementi vengono assorbiti dalla pianta. Gnam gnam!

Infine ci sono alcune specie di Nepethes che si sono spinte cosi' avanti in questa direzione da diventare dei luoghi in cui gli uccelli fanno la cacca. Niente puo' darti la carica la mattina come una splendida, gustosa cacchina.

Alcune persone si chiedono se le piante che si affidano a batteri, artropodi o uccelli per aiutarle ad essere carnivore debbano essere veramente chiamate "carnivore". Dubito che esista una facile soluzione a questa tediosa discussione. La natura ci offre un continuum di processi e il tentativo di separare le cose all'interno di categorie ben definite non e' sempre fruttuoso. Le distinzioni bianco o nero si trovano solo nei film tipo Guerre Stellari e non nella realta'.



Hai qualche suggerimento per il mio progetto di scienze?

Ricevo spesso e-mail da studenti e insegnanti che si occupano di progetti scientifici. L'esperimento di solito ha lo scopo di osservare qual'e' il cibo preferito dalle dionee (l'elenco che mi e' stato dato include hamburger, carne di pollo, insetti a vari stadi di decomposizione, patatine e cose del genere, pasti vegetariani, cibo per gatti, limonata, ammoniaca, sabbia e sangue!). La nota triste di questi esperimenti e' che, dal momento che le dionee non sono facili da coltivare, probabilmente tutte le piante stavano morendo, a prescindere da quello che gli sperimentatori stessero ficcando nelle loro trappole. Il cibo con cui venivano nutrite era del tutto irrilevante poiche' le condizioni di luce, acqua e tipo di terreno erano tutte sbagliate. Inoltre, dal momento che le dionee crescono lentamente, non sono l'oggetto di studio ideale per un esperimento che dura alcuni mesi. Una pianta carnivora decisamente piu' adatta a questo tipo di progetti sarebbe una pianta che cresce velocemente come le drosere. Vi suggerisco l'uso di una pianta chiamata Drosera capensis. Queste piante sono facili da coltivare (o, per lo meno piu' facili rispetto alle dionee) e crescono rapidamente.

Qualsiasi tipo di pianta voi usiate, non dimenticate di includere nell'esperimento anche un "controllo", cioe' una pianta a cui non avrete fornito alcun tipo di cibo. Se le vostre tecniche di coltivazione sono buone, questa pianta dovrebbe sopravvivere bene. Le piante carnivore non hanno bisogno di essere nutrite, ma sembra che lo apprezzino. Se la vostra pianta di controllo muore, non e' a causa del digiuno forzato ma piuttosto il risultato di tecniche di coltivazione inappropriate.



Come fanno le piante a muoversi? Sono in realta' degli animali?

Tutte le piante possiedono alcune capacita' di movimento, che possono essere semplici come il muovimento dovuto al fatto che la pianta si ingrandisce con la crescita. Nel caso delle piante carnivore, tuttavia, il movimento puo' essere estremamente veloce e sorprendente. Dal momento che le piante non hanno tessuto muscolare, come fanno? Le piante carnivore si servono di due principali meccanismi di movimento. Il primo tipo e' quello con cui le dionee chiudono le proprie trappole. Si basa su variazioni a carico delle pressione dell'acqua. Quando la trappola viene attivata (in seguito al contatto con dei peli, posti sulla superficie delle foglie, che fanno scattare la chiusura), le cellule poste sul lato interno della trappola trasferiscono l'acqua sul lato esterno della trappola -in pratica si afflosciano. Questo fa chiudere di scatto la foglia. Il secondo tipo di movimento e' conferito dalla crescita cellulare - i tentacoli delle drosere si inclinano verso la preda perche' le cellule poste su un lato del tentacolo stesso crescono di piu' rispetto a quelle sull'altro lato. Questo e' un processo che ricorda il meccanismo di funzionamento dei nastri bimetallici nei termostati.

Il movimento, persino quello rapido, non e' una caratteristica esclusiva delle piante carnivore. Probabilmente conoscerete piante, come la mimosa (chiamata a volte la "pianta sensibile") che si muovono quando vengono toccate. Basta un lieve tocco perche' queste ripieghino le proprie foglie e si accascino penosamente sul terreno. (Il loro nome comune in Hawaiano significa "vergogna", [lo stesso nome latino, Mimosa pudica, e' abbastanza indicativo n.d.t.]). Per inciso, non tutte le piante carnivore hanno organi che si muovono rapidamente. Molte di queste (per esempio le piante ad ascidio) catturano le prede grazie al fatto di possedere foglie fatte a forma di ingegnosi contenitori in cui gli animaletti possono addentrarsi ma da cui non riescono piu' a sfuggire. Queste piante non hanno parti mobili!

Quindi potete vedere che anche se le piante carnivore sono veramente sorprendenti, non sono creature di un altro pianeta! Sono piante che hanno sviluppato comportamenti straordinari per sopravvivere. Affascinanti, intriganti ed entusiasmanti, ma alla fin fine sono sempre piante.



Come fanno esattamente queste piante a catturare le prede?

Sei interessato ai dettagli cruenti eh? Ogni genere ha i propri stratagemmi per attirare e catturare le prede. Ci sono pallini o chiazze di colori molto vivi sulle trappole per attirare le prede. Alcune piante emettono un profumo molto dolce. Ci sono poi delle parti delle piante che possono essere appiccicose, scivolose, umide o con una forma tale da rendere molto difficile la fuga alla preda. La presenza di peli che sono inclinati verso il basso e la forza di gravita' complicano la possibilita' di fuga per la l'innocente preda.

Se invece desideri conoscere i dettagli per quanto riguarda ogni genere (e chi non li vorrebbe?) allora dovresti dare un'occhiata alle descrizioni che ho stilato per ogni genere di piante (link remoto sul sito di Barry clicca qui).

Per quelli con cuore robusto e con una speciale predilezione per il macabro, ho preparato una sorpresina piccola piccola, allacciate le cinture e cliccate qui.



Cosa sono tutti quei nomi in latino?

Termini come "quercia", "cipolla" e "violetta" possono andare bene quando si e' al mercato o quando si chiacchiera con gli amici, ma quando e' necessario discutere di piante (o animali) con un certo rigore e con una dose di serieta', e' necessario usare i binomi Latini. Il problema con i termini comuni tipo "topo" e "cane" e' che spesso non esiste un termine comune per ogni animale. Al contrario, ogni forma di vita nota alla scienza moderna ha un binomio latino che la identifica. Un altro problema con i termini comuni e' che spesso piante diverse o simili possono avere lo stesso nome. Per fare un esempio, abbiamo decine di piante simili che vanno sotto il nome di "margherita" o centinaia di specie che vanno sotto il nome comune di "muschio". Il binomio latino identifica una specie in maniera univoca e inequivocabile.

Un esempio di binomio latino e' Homo sapiens, che e' la specie a cui appartieni. La prima parte del binomio, "Homo", identifica il genere. Il genere indica una categoria ampia che include tutta serie di creature molto simili tra loro. Per esempio, tutti i cani, i lupi e i coyote sono molto simili tra loro e appartengono tutti al genere Canis. Tutte le quercie appartengono al genere Quercus e tutti gli orsi, bruni, polari e non, appartengono al genere Ursus. La seconda parte del binomio latino e' "sapiens", e determina la specie. La parte specifica identifica in maniera univoca i membri dello stesso genere distinguendoli tra loro. In questo modo, ad esempio il cane domestico (Canis familiaris) e' distinto dal lupo (Canis lupus). Tutti gli uomini appartengono alla stessa specie Homo sapiens (sebbene io personalmente abbia dei dubbi a riguardo). Nei millenni passati esistevano altri primati del genere Homo come ad esempio Homo erectus e Homo habilis, ma sono oggi estinti.

Quando scrivi un binomio latino, il nome del genere va sempre maiuscolo e quello della specie sempre minuscolo. Per essere corretto devi sempre scrivere il binomio latino in italico, come in Bromus tectorum. Se non c'e' possibilita' di scrivere in italico, come per esempio mentre si discute in una mailing list o via mail, si usa indicare un binomio latino includendolo tra '_', come in _Bromus tectorum_. Quando si sta parlando di una specie o di un genere e lo si e' nominato una volta, si puo' successivamente sostituire il genere dalla sua iniziale puntata. Quindi, se sto parlando di pini, e nomino Pinus ponderosus posso successivamente scrivere P. edulis e P. aristata.

Su lavori scientifici e discussioni molto formali, potrai osservare delle brevi sequenze di lettere vicino a un binomio latino, come per esempio in "Vitis arizonica Engelm.". In questo caso ci si sta riferendo alla pianta Vitis arizonica, una vite dell'Arizona. Questa specie e' stata classificata e descritta da uno scienziato di nome Engelmann. Il riconoscimento al suo contributo e' appunto la sequenza di lettere "Engelm." dietro al binomio latino di quella specie. A volte i binomi latini cambiano (per esempio se qualche scienziato si accorge di una classificazione errata). In questo caso, si usa una notazione piu' complessa che prevede la menzione sia dello scienziato che ha compiuto l'errata classificazione sia di quello che ha rivisto il lavoro. Senza entrare in inutili dettagli, faccio solo un esempio come in Clarkia epilobioides (Nutt.) Nels. & Macbr.

Quindi, i meccanismi dei binomi latini funzionano cosi'. Il significato dei nomi latini, poi, e' a volte affascinante. Il genere Utricularia e' caratterizzato dalla presenza di piccole sacche chiamate appunto utricoli. Il nome specifico stesso e' a volte descrittivo. Per esempio Utricularia pentadactyla ha fiori con cinque (penta, in greco) petali a forma di dita (dactyla, in greco). La specie U. nova-zelandiae non a caso cresce in Nuova Zelanda. Altri nomi scientifici sono dati in onore a qualche persona. Cosi' U. humboldtii. In questo caso un minimo di conoscenza di latino aiuta nel capire il significato di alcuni binomi interessanti. Peter Cole ha messo in piedi una lista di termini botanici latini e del loro significato (in inglese). Questa lista e' disponibile sulla pagina di Chris Frazier, ci arrivate cliccando qui.

Per finire, alle volte qualcuno prova a chiedersi come puo' trasformare un binomio latino in forma plurale. Tipo, se sto parlando di Pinguicula come faccio il plurale? Pinguiculae? Pinguicule?? La risposta e' che non puoi! Pinguicula identifica un genere botanico, un gruppo di piante. Quindi cercare di pluralizzare un binomio latino e' semplicemente assurdo e sbagliato. Se state scrivendo una frase in cui vi verrebbe da scrivere un genere al plurale, riformulate la frase e vi verra' meglio. Cosi' invece di scrivere "ho visto molte Pinguiculae" usate "ho visto molte piante di Pinguicula" oppure "molte specie di Pinguicula".

Nota aggiuntiva (Fabio)
In inglese, come in italiano, esistono dei nomi comuni per indicare le piante carnivore. Cosi' il termine "sundew" indica una pianta del genere Drosera. Questi termini possono essere usati senza le regole dei binomi latini appunto perche' sono nomi comuni. Quindi si puo' usare "Sundew" all'inizio di una frase e "sundew" in mezzo alla frase stessa, e si puo' usare "a sundew" o "many sundews".
Purtroppo in italiano esistono alcuni nomi comuni per le piante carnivore, ma questi nomi comuni sono quasi sempre identici o molto simili al nome dei generi latini. Questo causa equivoci, confusione e imprecisioni. Cosi' si vedono frasi come "ho delle Dionee", usando la "D" maiuscola come si trattasse del nome del genere.
Quindi, cerchiamo di essere chiari. Quando usiamo il nome latino, usiamolo sempre e assolutamente con genere maiuscolo e specie minuscolo e sempre senza cambiare alcuna lettera. Quindi si puo' dire "ho delle piante di Dionaea". Se invece si vuole usare il termine comune, ottimo, ma NON usatelo mai con la lettera maiuscola. Quindi "ho delle dionee" va benissimo. Di seguito do' una lista dei nomi comuni delle piante carnivore in italiano. Se ne conoscete altri speditemeli. Se una pianta non ha un nome comune, usate allora solo il binomio latino, e corretto.

genere Drosera -> drosera/drosere
Dionaea muscipula -> dionea/dionee
genere Utricularia -> utricolaria/utricolarie
genere Sarracenia -> sarracenia/sarracenie
genere Pinguicula -> pinguicola/pinguicole

E per Darlingtonia californica, il genere Nepenthes e le piante del genere Heliamphora? Semplice, usate solo il binomio latino. Certo potete inventarvi un termine comune tipo "le mie elianfore" oppure scrivere "hai visto che belle nepenthes" ma sono tutte bestialita', tecnicamente parlando.

Un altro suggerimento, specialmente per i non-botanici. Usare i binomi latini e' questione di utilita', si usano per cercar di far capire a che pianta stiamo riferendoci. Non e' questione di fighezza per riempirsi la bocca di belle parolone da sciorinare. Quindi se state parlando della dionea, ecco, fa assolutamente ridere leggere frasi del tipo "Ciao, ho messo la Dionaea muscipula che mi hai spedito sul bancone in fianco alla Drosera capensis. E' veramente una bella Dionaea muscipula, spero di riuscire a moltiplicarla cosi' presto avro' piantine di Dionaea muscipula da regalare in giro." Insomma, una dionea e' una dionea. Inutile affaticarsi tanto, no? Discorso diverso e' se si sta scrivendo una lista piante, un documento, un articolo o se si sta parlando con dei principianti, per cui anche il binomio completo e' piu' ufficiale e indicativo. Con gli anni poi si acquista una specie di consuetudine per cui si sa quando usare Dionaea muscipula anche in mezzo a una frase qualsiasi e quando preferire dionea.

Perche' tutta 'sta rigidita' nell'uso dei binomi latini e tutte queste regole su quello che si puo' fare e non si puo' fare? Perche' anche nella lista USA e in giro la gente e' un po' tacchente su 'sta roba? Cheppalle! Semplice. I binomi latini sono usati in ambito scientifico, con precisione, da chi studia botanica o zoologia da tanti anni, per passione o per lavoro. Il valore dei binomi latini risiede appunto nella loro precisione e univocita'. Usare termini errati, o scritti male (tipo "dionea muscipula") e' un tentativo sbrigativo di bruciare le tappe appropriandosi di un linguaggio tecnico per sembrare degli esperti. Ma alla fine, anche se nessuno lo fa notare, cio' che si ottiene e' l'effetto contrario e cioe' che chi e' effettivamente esperto vi riconosce come dei sempliciotti presuntuosi. Quindi, imparate queste regole, sono poche e semplici, poi agite con buonsenso e modestia. Come in tutto il resto.




Che cosa s'intende con nomi complessi come Drosera binata multifida extrema?

A volte una pianta sfugge alla semplice classificazione tramite divisione in genere e specie. All'interno della stessa specie, in natura si possono presentare popolazioni varianti che sembrano essere significativamente differenti dalla forma usuale della pianta. Se tali varianti non sono cosi' diverse da giustificarne la classificazione come una specie completamente nuova, possono essere definite come differenti sottospecie. Per esempio la Sarracenia purpurea cresce in Canada e lungo tutto il lato orientale degli Stati Uniti. I botanici non ci hanno messo molto a notare che le piante del Canada e degli Stati Uniti nordorientali erano diverse da quelli degli Stati Uniti sudorientali. Cosi' hanno chiamato la varieta' del sud-est Sarracenia purpurea subsp. venosa ("subsp." E' una contrazione del termine sottospecie). In seguito a questo le altre piante - quelle del Canada e degli Stati Uniti nordorientali-furono automaticamente chiamate Sarracenia purpurea subsp. purpurea. (Si', lo so che in questo caso particolare la vera storia e' stata piu' complicata di cosi'. Seduto!) Notare che il nome delle sottospecie per questa varieta' e' solo una ripetizione di quello della specie. La sottospecie non e' l'unica sottocategoria che potreste trovare. Ci sono anche le "varieta'" o le "forme". Ad esempio, alcune varieta' di Drosera binata (binata=dalle foglie biforcute) producono foglie con molte ramificazioni, da cui la Drosera binata var. multifida. Una forma rara ha un gran numero (piu' di 16) di estremita' fogliari ed e' chiamata Drosera binata var. multifida f. extrema.

Fate attenzione che ci sono regole ben precise per l'attribuzione dei nomi latini e non potete semplicemente inventarli ogni volta che volete. I nomi latini botanici devono venire pubblicati su una rivista scientifica prima che ne venga riconosciuta la validita'. Coloro che hanno coniato ufficiosamente nuovi nomi pseudo-latini hanno causato un'immensita' di problemi agli orticoltori e anche agli scienziati.



Ci sono associazioni riguardanti le piante carnivore a cui posso aderire?

Se volete mettervi in contatto con altri coltivatori, l'adesione ad organizzazioni di una certa rilevanza e' un passo fondamentale in questa direzione.

Nota (Fabio)
In Italia esiste l'AIPC, o Associazione Italiana Piante Carnivore, una giovane associazione che raggruppa tutti i coltivatori italiani. Informazioni dettagliate su questa associazione, sull'iscrizione e sulle risorse disponibili in rete (e non) sono riportate sul sito ufficiale dell'AIPC, che e' AIPCnet, indirizzo http://www.bio.unipd.it/AIPCnet/.


Se vi interessa espandere i vostri contatti al livello mondiale dovreste aderire alla International Carnivorous Plant Society (ICPS) che e' la maggiore associazione che riguardi le piante carnivore. Essa pubblica la rivista Carnivorous Plant Newsletter (in Internet la vedrete spesso citata con l'acronimo CPN). Nel sito web (http://www.carnivorousplants.org) troverete anche le istruzioni per l'adesione.

Ho stilato un elenco disponibile in rete di varie associazioni per aiutarvi nella consultazione. L'elenco e' disponibile cliccando qui.



Qual'e' il ciclo vitale di una pianta carnivora?

OK, vi confesso che questa domanda mi lascia un po' perplesso e la includo solo perche' mi viene posta spesso tramite internet. Non so quasi che cosa dire a parte l'ovvio, ma lasciatemi fare del mio meglio per tentare di rispondervi.

Le piante carnivore, incluse le dionee, hanno "cicli vitali" proprio come le altre piante a fiore. Questi sono gli stadi principali:
  • 1. Un seme germina.
  • 2. La pianta cresce fino alla maturita'. Per alcune piante basta meno di anno, mentre per altre sono necessari anche parecchi anni. Le dionee impiegano circa 4 anni per la maturazione.
  • 3a. La pianta fiorisce, viene impollinata - di solito da insetti, ma talvolta anche dal vento - e produce semi. I semi cadono a terra. Torna al punto 1.
  • 3b. La pianta si puo' anche riprodurre vegetativamente. Per esempio le dionee producono delle plantule addizionali (o secondarie) alla base della pianta principale. Queste plantule si ingrossano. Ritorna al punto 2.
E' questo che volevate sapere? Ricevo anche spesso degli e-mail in cui si chiede "Come si riproducono le piante carnivore?" Lo fanno proprio come le altre piante! Fanno fiori che successivamente producono semi. Le piante mature si dividono spesso in maniera asessuata. Un germoglio laterale si sviluppa e ben presto una rosetta singola diventa doppia. Col tempo si dividono completamente. Questa e' normale amministrazione per le piante-niente di misterioso. Talvolta si formano delle plantule sullo stelo dei fiori. Questo strano fenomeno e' chiamato "falsa viviparita'" da quei botanici che sono abbastanza secchioni da essere in grado di sciorinare la differenza tra "pubescente" e "puberulento".



Le piante carnivore hanno proprieta' farmacologiche (medicinali)?

Questa domanda, sebbene apparentemente semplice, e' foriera di argomenti controversi. Lasciate tuttavia che la schematizzi in quattro componenti principali.
  • 1) Si usano le piante carnivore nella medicina o nella farmacopea occidentali?
  • 2) Ci sono farmaci non ufficiali o "alternativi" basati sulle piante carnivore?
  • 3) Esiste un uso storico delle piante carnivore a scopo curativo?
  • 4) Posso usare le piante carnivore per "sballare"?

Anche questo gruppo di domande e' controverso. Per esempio in quali casi un farmaco dovrebbe essere incluso nella categoria della farmacopea ufficiale piuttosto che in quella dei farmaci alternativi? A dire il vero potrebbe entrare in gioco il fattore dell'imperialismo culturale quando per esempio tentiamo di classificare un composto ampiamente usato in India, ma non registrato negli USA. Nonostante cio' proviamo a raccapezzarci brevemente tra tutti questi punti (e ricordatevi che il "Dr" davanti al mio nome non ha niente a che vedere con la medicina, sia essa per gli uomini o per gli animali).

1) Medicine occidentali
Se pensate a che effettiva fabbrica chimica sia una foglia mucillaginosa di piguicola potrete capire come mai parecchia gente pensa che sia un buon posto per trovarvi potenziali droghe. Purtroppo, per quanto ne so, le piante carnivore non sono state usate nella medicina negli Stati Uniti. Ho sentito parlare di sporadici casi di prodotti europei che contengono al loro interno anche estratti di piante carnivore, ma queste sembrano piu' i soliti trucchi, come l'uso di estratto di Drosera rotundifolia nelle gocce per la tosse. Non sembrano avere alcun valore al di la' del permettere un disegno carino e un'astuta operazione di marketing.

2) Medicine "non testate" o "alternative"
Sento parlare di usi curativi che non sembrano essere stati sottoposti a test di laboratorio per verificarne l'efficacia. Ad esempio, Lewis & Elvin-Lewis (Medical Botany, John Wiley & Sons, 1977) riportano che la Drosera burmannii e' stata usata nella medicina hindu come agente lisciante (contro le irritazioni della pelle).

La tragedia dell'AIDS e del cancro e l'idea che nuovi farmaci non vengano messi a punto abbastanza velocemente ha portato molta gente a rivolgersi a sostanze medicinali che non sono state sottoposte ai soliti e sostanziali ostacoli (che alcuni definirebbero inutilmente ostruzionisti) per arrivare alla registrazione farmaceutica. Queste formulazioni vengono vendute come "integratori dietetici" o sotto altre denominazioni altrettanto poco stringenti. Conosco un composto chiamato Carnivora che rientra in questa categoria. Ho criticato Carnivora in passato a causa delle tattiche terroristiche sul cancro e sull'AIDS di cui un sito web si serviva per venderlo. Tuttavia ho parlato con un distributore statunitense e sono convinto che egli segua, fortunatamente, un tipo di approccio piu etico. Per quanto riguarda la sua efficacia, sospendo il giudizio-e' garantito come buono per ogni tipo di disturbo e, se non altro, potrebbe avere valore come interessante placebo. (E gran parte dell'efficacia dei farmaci e' da attribuirsi a questo potente effetto). La Dionaea muscipula e' impiegata nella preparazione. Mi e' stato detto da questo distributore statunitense che tutte le piante utilizzate nella fabbricazione del composto sono propagate artificialmente e non raccolte sul campo.

3) Usi storici
I vecchi erbari elencano un numero di usi per le piante carnivore. Culpeper's Complete Herbal (Nicholas Culpeper, 1616-1654) dice della Drosera anglica: "Il sole la domina ed e' sotto il segno del Cancro. Le foglie, spellate ed applicate sulla pelle, la abradono e fanno uscire quelle infiammazioni che sono piu' difficili da eliminare. Il succo distrugge le verruche e i calli se trattati frequentemente con una piccola quantita' di esso. Fiorisce in giugno e successivamente le foglie sono piu' adatte al raccolto".

Il testo American Medicinal Plants (Charles Millspaugh, 1892) riporta che i nativi americani degli Stati Uniti orientali utilizzavano una poltiglia ricavata dalla Sarracenia purpurea subsp. venosa come rimedio contro il vaiolo: "le cui radici forniscono il migliore rimedio conosciuto per quelo terribile flagello, il vaiolo. Devo ricordare che, per quanto riguarda la mia esperienza personale, questo preziosa radice non solo ha salvato la vita di mio fratello, ma il suo uso e' anche in grado di eliminare del tutto le sgradevoli pustole comuni di questa malattia."

Si deve tuttavia notare che sperimentazioni, effettuate nello stesso periodo, della stessa mistura si dimostrarono disastrose: "Questa medicina e' stata esaurientemente provata da John Thomas Lane nella primavera del 1864 allo Small-pox Hospital di Claremont, ad Alexandria, Va, per un periodo di parecchie settimane, alla presenza di funzionari medici dell'ospedale delle Terza Divisione, e ha dimostrato di non possedere alcun potere curativo contro questa malattia. Lane fu considerato un ciarlatano, perse piu' del cinquanta per cento dei casi di vaiolo che gli erano stati affidati, piu' di quanti ne fossero stati persi con qualsiasi altro trattamento."

Nello stesso libro, Millspaugh annota la citazione di Rafinesque in cui si dice che il succo di drosera e' utilizzato "per distruggere verruche e calli; con il latte, contro le lentiggini e le scottature e' utilizzato in Sud America nella preparazione di uno scriroppo contro l'asma." Millspaugh riporto' inoltre che molti scrittori di testi medici ne raccomandavano l'impiego per "tossi di diversa natura" collegate a "broncospasmi, tisi e altre malattie malattie dei polmoni."

4) Come si fa a sballare con le piante carnivore?
Hah hah. Se fate parte di quei coglioncelli che mi scrivono delle e-mail nei loro tentativi di usare le piante carnivore per sballare, la vostra intelligenza non supera quella di un batterio. No, non potete ottenere un effetto euforizzante o psicoattivo dalle piante carnivore.
Tuttavia, visto che sono qui per aiutarvi, vi consiglio quanto segue: ponetevi con gli occhi molto vicini ad una foglia di Sarracenia purpurea e osservatene i disegni intensamente per ore... guardatela piu' a lungo che potete senza sbattere gli occhi, allora potrere "vedere" il messaggio segreto sui Meccanismi dell'Universo. Funziona anche meglio se vi ficcate le dita negli orecchi e tenete la bocca aperta mentre lo fate--- questo aumenta la vostra "Ricettivita' Cosmica" (poi ricordatevi di spedirmi parecchi soldi per pagarmi 'sta dritta).

Per quanto riguarda gli non medici ed "etnobotanici" delle piante carnivore, provate la prossima voce delle FAQ.

Grazie a Joseph Kinyon, Ken Skau, David Wales (Carnivora distributor) per le informazioni che mi hanno fornito per stilare questa pagina.



Esistono degli usi etnobotanici delle piante carnivore?

Ahhh, certo che si'! Questo, tuttavia, non dovrebbe sorprendervi dal momento che esistono parecchie centinaia di specie di piante carnivore! Qui sotto ne ho elencati solo alcuni. Per inciso, in questa pagina parlo di usi "etnobotanici" per indicare le applicazioni non di tipo medico. Per gli usi a scopo medicinale, guardate alla pagina precedente.

Qui sono riportati alcuni etnobotanici delle piante carnivore:
cagliare il latte (Pinguicula, regioni settentrionali)
fare delle corde (Nepenthes ampullaria, Indonesia)
cuocere il riso a vapore (Nepenthes, Filippine)
uso ornamentale (Sarracenia leucophylla, San Francisco USA)
dolcificante per cibi (Byblis, Australia)
Acchiappamosche (Drosophyllum lusitanicum, Portogallo)---questo potrebbe essere solo un aneddoto

Sono sicuro di aver trascurato dozzine di altri usi etnobotanici delle piante carnivore. Ne conoscete uno? Scrivetemi un e-mail!



Le piante carnivore saranno in grado di tenere sotto controllo la mia popolazione di insetti?

Alcune domande molto frequenti sono le seguenti:
  • 1) Le piante carnivore potranno tenere sotto controllo le zanzare che dilagano nel mio giardino?
  • 2) Le piante carnivore mangeranno le mosche in casa mia (o nella mia stalla!)?
Spiacente ma le piante carnivore non sono la risposta a nessuna di queste domande. Per prima cosa, la questione delle zanzare. Le piante possiedono nettari zuccherini che attraggono gli insetti che amano gli zuccheri: mosche, falene, farfalle etc..,. Occasionalmente una zanzara fuori strada puo' venire catturata, ma le piante carnivore non riusciranno nemmeno ad intaccare l'invasione da zanzare. A dire il vero, la coltivazione di piante carnivore potrebbe addirittura peggiorare i vostri problemi di zanzare perche' queste piante devono essere coltivate con molta acqua. I sottovasi pieni d'acqua sono dei fantastici allevamenti di zanzare.

Se vi capita di avere qualche mosca per casa di tanto in tanto, una pianta carnivora piazzata al posto giusto potrebbe essere d'aiuto, ma di solito quelli che vanno in cerca di soluzioni bizzarre come l'uso di dionee hanno fin troppe mosche tra i piedi per poterle eliminare con un paio di piantine. Se state cercando di sbarazzarvi delle mosche dalle vostre stalle, cercate una soluzione migliore. I sistemi acchiappamosche che potere trovare in commercio fanno piu' al caso vostro.

Infine, ricordatevi che molte persone investono tante energie nel tentativo di coltivare queste piante cosi' bizzarre eppure falliscono. Quello che e' probabile e' che una pianta spinta per caso nell'angolo di un negozio possa morire per trascuratezza.

(Devo far presente che alcune persone e alcune ditte hanno provato ad inserire la pianta carnivora acquatica Utricularia in stagni dove si riproducono le zanzare. Non fatelo. Non ha mai funzionato e l'Utricularia potrebbe trasformarsi in un'erbaccia invasiva che causerebbe piu' danni che altro al livello ecologico.)



Dovrei avere paura delle piante carnivore?

Dipende. Se sei piu' grande di una mosca (e onestamente anche se non ti conosco di persona penso che tu lo sia) non dovresti aver paura delle piante carnivore. Gli enzimi digestivi prodotti da queste piante sono estremamente deboli. Nonostante sia affascinante pensare a misteriose piante che azzannano e divorano animali invece di restarsene la' con le foglie al sole come le altre piante, questo tipo di piante carnivore non esiste. Anche se tu dovessi cadere in uno stato comatoso all'interno di un letto di piante carnivore, la cosa piu' grave che potrebbe accadere e' il fatto di aver spiaccicato alcune piante veramente affascinanti.



Barry, posso scriverti? Come? Mi risponderai mai?

Ma certo, sono qui apposta!

... con un paio di consigli, pero'. Prima di tutto, tieni presente che investo gran parte del mio tempo nella cura di questo FAQ e sono quasi sicuro che la domanda che vuoi farmi e' gia' presente in questo FAQ, da qualche parte. Visto che il tempo che dedico a questo FAQ sicuramente e' maggiore di quello che dedico alle mie e-mail, la risposta che troverai in questo FAQ e' di sicuro piu' dettagliata e completa delle tre righe che riceveresti da me via e-mail. Quindi, prima di scrivermi, leggi bene il FAQ. Secondo, diciamo che "non mi stanno proprio simpatiche" le persone che abusano della mia disponibilita' con domande trite e ritrite, mail lunghe e inviate a raffica. A buon intenditor... Infine, ricorda che ho anche una vita, ogni tanto sono in viaggio e comunque potrei non essere in grado di risponderti prima di una settimana o due. Pazienza.

Se, nonostante tutto questo, vuoi ancora scrivermi, non c'e' problema, invia la tua mail a bazza@sarracenia.com, ti prometto una risposta in tempi brevi. Se per qualsiasi ragione il tuo servizio di posta non mi permettesse di risponderti, mettero' la mia risposta per te nel mio cimitero delle mail (clicca qui). Se non senti piu' mie notizie, e' probabile che la mia risposta per te sia la'. Cercala e poi sistema i tuoi settaggi della posta (per esempio, un problema frequente e' che alcuni, come i membri di AOL o altri servizi online, possono inviarmi posta ma poi hanno dei settaggi che non permettono a me di rispondere loro... un po' stupido ma succede).



 
         
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