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Orto Botanico dell'Universita' di Padova
Sezione di Piante Insettivore
Curatore: Raffaele Rebellato
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Click here for a preview  Cancello Interno L'Orto e' composto da un cerchio interno, racchiuso da una cinta muraria, e da un anello esterno. La corte interna e' divisa in maniera geometrica seguendo uno schema a continue divisioni, secondo la simbologia del XV secolo (quando fu edificato). Inutile cercare di descrivere l'Orto, ci vorrebbe un libro. Vi dico solo che e' un gioiello del patrimonio culturale Europeo e che questo e' il cancello che immette al circolo interno.
Click here for a preview  Anello esterno Qui sto camminando lungo l'anello esterno. Inutile dirvi che ogni albero e' un pezzo da museo, ogni pianta un esemplare introvabile. Quello che colpisce e' che in una citta' incasinata come Padova possa esistere un angolo di Paradiso cosi'.
Click here for a preview  Cerchio interno Qui invece sono all'interno e getto l'obiettivo della macchina verso uno dei quarti di cerchio. Anche se sembrano tanti cespugli a caso, ogni pianta e' sistemata con una meticolosita' geometrica maniacale, ed ogni pezzo e' curato fino all'inverosimile.
Click here for a preview  Fior di Loto Qui ad esempio sono di fronte ad una delle molte vasche dedicate alle piante acquatiche o da palude (bellissima collezione). Questo e' il Loto in fiore.
Click here for a preview  Alpinum Questo invece e' l'Alpinum, la collezione di piante alpine, da minuscole erbacee a piccoli arbusti. Ci sono anche la Pinguicula alpina, la Drosera rotundifolia e la Drosera intermedia, in una minitorbiera, la' in fondo all'ombra, insieme ad altre piante acidofile, ma e' troppo scuro per una foto.
Click here for a preview  Piante Grasse Quest'altra sezione invece e' uno degli spazi dedicati alle grasse e cactacee. Un patito di piante carnivore come noi, anche se disdegna qualsiasi pianta non assassina, non puo' comunque non restare per lo meno ammirato davanti a tanta cura.
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Click here for a preview  Drosera pulchella Ok, terminata la passeggiata attorno all'Orto entriamo nella zona riservata alle carnivore, e iniziamo con questa nanerottola in fiore.
Click here for a preview  Drosera aliciae Poi orientiamo l'obiettivo verso quest'altro vaso. Accidenti come sono ordinate... sembra una composizione di qualche artista, in effetti e' la pazienza del curatore della sezione, Raffaele, che permette di ammirare certi splendidi vasi...
Click here for a preview  Drosera adelae ... o certe splendide piante. Vi diro' che queste adelae, di cui l'Orto ha 4 o 5 vasi, mi fanno addirittura schifo da tanto sono in salute.
Click here for a preview  Drosera spatulata 'Lovellae' Peccato non poter fotografare tutte le altre drosere, ma la serra e' in penombra e posso beccare solo i pochi vasi esposti al sole. Devo decidermi a comperare un flash.
Click here for a preview  Drosera burkeana ok e fatta anche la burkeana. Peccato non poter riprendere le varie capillaris, montana, communis, rotundifolia, anglica, intermedia le tremila varieta' di capensis gigantesche, tutte le altre drosere, tutte le pinguicole, le neppe, le sarracenie eccetera. Grrrr.
Click here for a preview  Casus belli E, chicca alla fine, ecco la foto incriminata. Alcune dionee belle grosse che, lasciate in stato semi-selvatico nella zona non aperta al pubblico, hanno, in pieno sole, fatto diversi fiori, sono state vigorosamente impollinate da qualche insetto e hanno perso tutta la parte fogliare a vantaggio di enormi scapi fiorali e centinaia di semi.
Questa foto merita qualche commento aggiuntivo. Come si puo' immaginare dallo spessore degli scapi e dal numero (2 per pianta), e dal numero di semi (moltissimi, tutti perfetti) si capisce come le piante non erano piccole e giovani o malaticce, ma delle vere bestie. Le sorelle di queste dionee, infatti, nella serra aperta al pubblico, e regolarmente private di fiore, erano enormi, con trappole larghe 3 centimetri e diametro della rosetta da 20. Insomma, dei mostri. Ho controllato una delle 3, quella in alto a destra. Terreno a posto (sfagno/torba), radici a posto, nessuna malattia. Anche le altre due. Niente afidi. Di una delle 3 piante (alto a sinistra) restava solo una macchia nera e due scapi piu' grossi del mio dito mignolo... che volete che vi dica, a me qualche sospettino che la fioritura appena appena indebolisca le dioee e' venuto... a voi no?

 
             
 

L'Orto Botanico e' stato, nel corso del mio primo anno di Universita', la scoperta piu' notevole fatta a Padova. Un vero gioiello. Un erbario antichissimo, una storia secolare, centinaia di specie di piante rarissime e introvabili, libri da museo, collezioni uniche di piante grasse, di orchidee e, appunto, di piante carnivore.

Allora, nel 1989, io mi stavo appena avvicinando a questa passione, e l'Orto, ma specialmente il curatore della sezione delle insettivore Raffaele, furono per me trampolino, aiuto, sprone e insieme motivo di piacevolissima sfida nel migliorare la mia tecnica di coltivazione. I miei stessi professori di Botanica, dal prof. Giulini al prof. Caniglia al prof. Paganelli sono talmente patiti di botanica, talmente innamorati delle piante, che mi hanno trasmesso un amore sacro per l'orto, quasi fossi un crociato. Qualcosa per cui li devo ringraziare piu' che per gli insegnamenti di botanica.

Negli ultimi 10 anni, sono cambiate molte cose nel panorama sia nazionale che internazionale, con la capillarizzazione di Internet, la nascita di molte associazioni, tra cui l'AIPC, la creazione della mailing-list, i meeting da Furio... io stesso da allora, quando impazzivo per avere i semi di una capensis, mi sento migliorato e piu' esperto, pero' l'Orto e' stato, e' e resta il punto focale del mio amore per le piante.

Tutta questa pappardella e' solo per dirvi che, se siete dalle parti di Padova, o anche solo in Veneto, una visita all'Orto Botanico e' una cosa che potrebbe davvero farvi sentire bene, che potrebbe aprirvi gli occhi su tutto un modo di intendere la botanica e l'amore per le piante, il tutto condito dal fascino d'essere in una collezione di piante che ha mezzo millennio e dove si sono alternati alcuni tra i maggiori botanici di tutti i tempi. Quindi, visitatelo, e se siete appassionati di carnivore e volete una guida, avvisatemi ed io avvisero' Raffaele che sara' piu' che lieto di parlarvi delle sue piccoline.

Passando al tema della coltivazione, Raffaele, come vedete, usa per tutte le drosere dei vasi bassi e circolari, di diametro anche 35-40cm. Li riempie di torba pura, al limite alleggerita con un po' di agriperlite, e distribuisce la torba in maniera da formare una alta montagnola al centro del vaso. Le drosere, che lui moltiplica per seme o per divisione, sono distribuite sulla superficie della montagnola in modo addensato ma equidistante in modo da creare l'effetto visivo del vaso di aliciae di cui sopra. Le Sarracenie sono tenute in torba+perlite 1:1, in vasi alti e stretti, per permettere un maggiore allungamento in profondita' delle radici. Le Nepenthes sono tenute invece in una serra calda, in terreno da orchidee. Utricularie e Pinguicule sono tenute in vasi piu' piccoli, spesso accompagnati da sfagno vegetante. Tutte le piante sono mantenute umide con il metodo della sottocassetta.
Raffaele tende a rinvasare le piante ogni 1-2 anni, ed ogni lavoro di rinvaso, divisione, talea od altro e' condotto tra febbraio e marzo.

La collezione dell'Orto chiaramente annovera al suo interno le specie endemiche dell'Italia, e quindi le nostre pinguicole (per es. P.alpina, P.leptoceras, P.hirtiflora), le nostre drosere (D. rotundifolia, D.anglica, D.intermedia), e altre. Contrariamente a quanto fanno i collezionistri privati, l'Orto predilige le specie magari con minor valore orticolo, ma con esatta determinazione geografica. Infatti, piu' che arraffare tutte le specie possibili, o tutte le varieta' sul mercato l'Orto cerca di organizzare la propria collezione in maniera da formare un "discorso" culturale, attraverso descrizioni, foto e diagrammi, e cerca di far percorrere ai suoi visitatori un "cammino" tra le varie specie, la loro distribuzione geografica, la loro evoluzione morfologica.

Per far cio', l'Orto e' alla perenne ricerca di specie mancanti perche' poco note, di specie rare o di difficile coltivazione, o di specie che purtroppo vengono frequentemente sottratte da furti, cosa assolutamente vandalica in un posto come questo ma tutt'altro che infrequente. Se siete interessati a qualche tipo di collaborazione, contattatemi.

Ringrazio Raffaele Rebellato curatore della sezione piante insettivore dell'Orto, che mi ha introdotto in questo mondo.
Non ci sono parole per descrivere una persona di tanta gentilezza e assoluta disponibilita'.
 
         
  Pagina aggiornata al:
3 Luglio 1999.
 
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