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     Cephalotus follicularis     
talea da foglia


Premessa: se non l'avete ancora fatto, prima di leggere questa sezione leggete la pagina relativa alle generalita' sulla moltiplicazione. Vi sono riportate informazioni di base sulla moltiplicazione e sui meristemi che qui saranno date per scontate.



Teoria

 Introduzione

Cephalotus follicularis... che roba e'?

Indubbiamente, al contrario di bestie come la dionea, le sarracenie o le drosere, il Cephalotus e' una pianta che si impara a conoscere con il tempo e con l'esperienza.

I rarissimi esemplari di Cephalotus che si vedono in vendita sono spesso molto piccoli e molto costosi, hanno trappole che ad un primo colpo d'occhio sembrano si carine, ma troppo piccole. A dare il colpo di grazia, poi, c'e' una certa leggenda metropolitana che vuole il Cephalotus pianta di difficilissima coltivazione e crescita talmente lenta da somigliare a un bonsai.

In tutti questi "difetti" qualcosa di vero c'e', ed il Cephalotus non e' certo la pianta piu' vistosa, facile e veloce. E', pero', a mio avviso, un vero e proprio gioiello che con il tempo imparerete ad apprezzare, amare e coltivare. E' la classica sorpresa, una meraviglia australiana che vi stupira' di anno in anno e che vi ammaliera' a tal punto da diventare senz'altro uno dei punti d'orgoglio della vostra collezione.

Lasciate che io ve la presenti, e che Andrea Amici vi insegni poi come moltiplicarla.


 Com'e' fatto?

Purtroppo il Cephalotus e' una pianta che da piccola non dice niente, o quasi. Lasciando quindi perdere i patetici esemplari di piccola taglia da cui bisogna partire, diamo un'occhiata a quello che dovreste ottenere dopo qualche anno di amore e coccole.
Nota
Come sempre, potete cliccare sulle foto per averne la versione a pieno-schermo ed alta risoluzione.


Questo e' un Cephalotus di buone dimensioni. In particolare e' l'esemplare noto e stranoto di Andrea Amici, senz'altro il Cephalotus piu' notevole e ben tenuto che abbia visto in vita mia.
Come detto, il Cephalotus follicularis e' una pianta nativa dell'Australia. Scoperta alla fine del 1700, cresce su terreni torbosi molto umidi, a volte allagati, e adora formiche e piccoli insetti.
Come vedete dall'immagine, il Cephalotus presenta due forme di foglie: la foglia a lamina (simile a una qualsiasi foglia di margherita) e la foglia ad ascidio, con la tipica forma ad otre. Le foglie di entrambi i tipi vengono formate durante tutto l'anno. Mentre le foglie a lamina hanno funzione principalmente di fotosintesi e deposito, quelle ad ascidio hanno chiaramente funzione trofica.

A differenza di altre piante, con l'eta' il Cephalotus non forma ascidi piu' grandi. Al contrario, la forma di foglie e ascidi e' abbastanza costante. Cio' che cambia con l'eta' e' la dimensione globale della pianta, che diventa veramente notevole, formando tipiche masse a cuscino con decine se non centinaia di ascidi e foglie.

Alla base delle foglie il Cephalotus ha una specie di esile rizoma, piuttosto delicato. Le radici, a loro volta, sono particolarmente delicate, e questo e' uno dei punti deboli del Cephalotus, che odia essere infastidito con rinvasi.

Al contrario di quanto si creda, il Cephalotus e' una pianta a crescita costante e non lentissima, anche se non e' certo un mostro di crescita rapida come una Drosera capensis. Non necessita di riposo invernale e cresce piuttosto tranquillamente da zero gradi centigradi fino anche a 30-35, sia in piena luce (dove sviluppa foglie e trappole piu' piccole ma coloratissime), sia in penombra (dove sviluppa foglie e trappole piu' grandi ma poco colorate).

E, naturalmente, e' moltiplicabile per talea... soffermiamoci su quest'ultimo punto.


 Cosa ci serve?

Come avete gia' immaginato (specialmente se avete gia' letto come fare le talee di dionea e pinguicola) quello che ci serve qui e' una foglia di Cephalotus completa del tessuto alla base del picciolo.
Nel Cephalotus le foglie (siano esse a lamina o ad ascidio) nascono da un piccolo rizoma. Alla base del picciolo, dove questo si collega al rizoma, si trova il tessuto che ci interessa.

Una volta separata la foglia dal rizoma, dovremo mettere la foglia in opportune condizioni di umidita', luce e temperatura e aspettare un po' di tempo, al solito.
Ai fini della riuscita della talea possono essere usate sia foglie a lamina che foglie a trappola. Le foglie a lamina pare diano risultati migliori, specialmente nel caso di foglie piu' mature, forse perche' piu' ricche di materiale di riserva.
 
             
 


Pratica

 Materiale necessario

  • Un esemplare di Cephalotus di buona misura, con almeno una decina di foglie;
  • Un po' d'acqua, al solito di buona qualita';
  • Un po' di sfagno vivo;
  • Un vasetto con torba e perlite;



  •  Distacco Foglia

    Per la talea di Cephalotus sceglieremo una foglia ben matura, ancora completamente verde, possibilmente spessa (indice di buona quantita' di materiale di riserva).

    Dalla foto qui a sinistra si puo' vedere che le foglie di Cephalotus, sia quelle a lamina che quelle ad ascidio, hanno piccioli molto lunghi che si inseriscono nel rizoma a livello del terreno o appena al di sotto di questo.

    Le foglie piu' mature sono quelle esterne al meristema centrale, quindi il loro distacco risulta piu' agevole e c'e' un rischio minore di danneggiare il meristema e con esso la crescita della pianta madre.

    Una volta scelta la foglia che vogliamo utilizzare per la talea, dovremo cercare di staccarla dalla pianta madre il piu' vicino possibile al rizoma.
    Come detto, le radici di Cephalotus sono estremamente sensibili, quindi non possiamo certo svasare la pianta o spostarla piu' di tanto per recidere la foglia che ci interessa. Il miglior metodo e' utilizzare una linguetta di plastica flessibile (come spiegato per la dionea) oppure utilizzare (con estrema cautela) un bisturi o un taglierino.

    Prendete con le mani la foglia che volete recidere, scostate con le altre dita le altre foglie e con la linguetta di plastica (o il taglierino) distaccate la foglia dal rizoma recidendo la base del picciolo.

    A questo punto dovrebbe esservi restata in mano la foglia in questione, con la base del picciolo, biancastra e ricoperta di peli.

    Controllate che ci sia abbondante tessuto alla base del picciolo, perche' sara' appunto questo tessuto che produrra' le plantule.



     Sistemazione

    Risciacquate con acqua la foglia appena recisa, poi lasciatela avvolta in un panno-carta umido mentre approntate il vasetto con torba e sfagno vivo.

    Non fate l'errore di lasciare la foglia al sole senza umidita', perche' in queste condizioni una foglia puo' subire traumi e sbilanci idrici anche nel giro di pochi minuti.

    Prendete un vasetto, riempitelo con torba (sempre e comunque torba acida di sfagno senza additivi di alcun tipo, e con pH il piu' acido possibile). Potete anche usare, come ha usato qui Andrea, torba mescolata a perlite in proporzione 1:1 oppure con sabbia di quarzo nella stessa proporzione.

    Una volta preparate il vasetto, scavate una depressione al centro e riempite la depressione con dello sfagno vivo, come vedete nell'immagine. Poi lasciate il vasetto in acqua finche' la torba e lo sfagno si idratano e diventano umidi.
    A questo punto inserite nella torba la foglia di Cephalotus in modo che il picciolo sia inserito nella torba e nello sfagno almeno per il 50% della sua lunghezza.

    Fatto? Ok, adesso mettete il vasetto in un sottovaso (e assicuratevi che ci sia sempre acqua nel sottovaso), poi mettete il tutto alla luce, ma evitando la luce solare diretta. Che ne so, un posto esposto a sud o a est, in maniera che prenda luce solare diretta al piu' per qualche ora al giorno.

    Fatto questo, dimenticatevi della vostra foglia di Cephalotus per almeno 3-4 settimane.


     Primi segni di miracolo

    Passato un mesetto (piu' o meno, a seconda delle condizioni) vediamo cosa succede sotto lo sfagno...

    Prima di continuare devo fare una raccomandazione: qui per evidenti motivi abbiamo dovuto estrarre la talea dallo sfagno e fotografarla, e lo stesso abbiamo fatto con dionee e pinguicole. Se, durante il loro sviluppo, volete controllare lo stato delle talee di dionee e pinguicole, potete farlo spostando lo sfagno con estrema attenzione. Con il Cephalotus, al contrario, non dovreste mai controllare la talea o spostarla dallo sfagno, perche' come abbiamo detto le radici di questa specie sono estremamente sensibili, e tocchicciare una talea di Cephalotus solo per vedere "cosa succede" o "se cresce" potrebbe voler dire uccidere le plantule per sempre.

    Uomo avvisato...

    Ecco come si presenta la talea di Cephalotus dopo circa un mese... come potete vedere la foglia e' ancora assolutamente perfetta: non ci sono segni di disseccamento ne' alcun segno di invecchiamento. Il picciolo e' ancora perfettamente elastico e verde: insomma, come se l'avessimo recisa dalla pianta madre cinque minuti fa...
    Questa e' una caratteristica tipica del Cephalotus, diversa da dionee e altre piante carnivore: la foglia con cui si effettua la talea ha una particolare longevita' e in alcuni casi puo' continuare ad essere perfetta anche dopo sei mesi.
    Questo permette ovviamente una continua disponibilita' di materiale organico (derivante dalla fotosintesi) per la parte piu' profonda del picciolo, dove si stanno organizzando le cellule che daranno origine alle nuove plantule.

    Dando un'occhiata (e zoomata) all'estremita' del picciolo, notiamo una cosa strana: non ci sono abbozzi fogliari o meristemi con nuove plantule in formazione. La prima cosa che vediamo e' una specie di ingrossamento e una struttura bianca che si allunga, insieme a una piccolissima radichetta.

    Nel Cephalotus, infatti, il modo con cui si formano le nuove plantule e' piuttosto peculiare, e le foglie della nuova plantula appaiono solo in un secondo momento.
    Infatti, data l'incredibile longevita' della foglia, sembra quasi che il Cephalotus non si preoccupi di formare nuove foglie il piu' presto possibile (come avviene invece nelle dionee e nelle pinguicole, dove la foglia-madre appassisce molto velocemente), ma sembra invece si preoccupi di organizzare un mini-rizoma con una prima radichetta. Le foglie nuove possono aspettare.

    Insomma, anche in questo il Cephalotus obbedisce alla sua particolare filosofia: fare le cose con calma.

    Mandiamo le lancette avanti di un altro mesetto.


     Risultati

    Queste due immagini vi mostreranno un'altra cosa particolare del Cephalotus: le talee di foglia danno risultati molto diversi, a seconda dell'eta' e della dimensione della foglia-madre, e a seconda di altri fattori quali illuminazione, umidita' e stagione.

    Entrambe le immagini sono riprese da talee di foglia Cephalotus effettuate da Andrea Amici a partire da foglie della stessa medesima pianta. In entrambi i casi l'eta' della talea e' di qualche mese.

    Questa e' la forma che assumono quasi sempre le talee di foglia di Cephalotus dopo qualche mese: la foglia madre non esiste piu' (appassita e rimossa). Alla base della foglia madre si e' formato un mini-rizoma con almeno 3 punti crescita da cui si formano piccolissime foglie, sia del tipo a lamina che del tipo a trappola.

    La plantula e' tenuta in un misto torba:quarzo 1:1, dentro un idrovaso sempre con un minimo d'acqua. La dimensione della piantina e' di un paio di centimetri e le foglie (sia quelle a lamina che le trappole) sono lunghe parecchio meno di un centimetro.

    Questa e' invece la foto di una seconda talea della stessa identica pianta.

    La talea ha la stessa eta' della precedente, e' tenuta in torba pura con una minima copertura di sfagno vivo. Il tutto e' tenuto su un sottovaso sempre pieno d'acqua.
    Qui la foglia-madre e' ancora viva e vegeta (e' quella macchiata di viola con una leggera area secca). Da notare che dopo quattro mesi dallo scatto della foto la foglia-madre era ancora viva e perfettamente funzionante.
    A differenza dell'immagine precedente, qui non si sono formati diversi punti crescita con molte piccole foglie. La talea ha inizialmente formato solo un rizoma con radichette. Successivamente, e con mia grande sorpresa, ha formato una grande trappola. Poi nulla per altre 2 settimane, poi (al momento della foto) ha iniziato a formare una foglia, che si e' poi sviluppata fino a diventare grande quasi come quella madre!

    Perche' tanta differenza rispetto alla talea precedente?

    La spiegazione, forse, sta nel modo in cui sono state effettuate le talee. Nel primo caso la foglia era giovane ed era stata recisa dalla pianta madre in un punto leggermente distante dal rizoma. Nel secondo caso invece con la base del picciolo era rimasta anche parte del rizoma e la foglia era piu' avanzata in eta'.

    Probabilmente (interpretazione personale sicuramente avventata) se la talea e' tagliata molto in basso, comprendendo parte del rizoma, la crescita della nuova plantula avviene come se fosse ancora attaccata alla pianta madre, quindi formando meno foglie, ma ben piu' voluminose.

    Nel primo caso invece, l'assenza di rizoma e la giovane eta' della foglia hanno fatto in modo che la foglia non risentisse di questa specie di "memoria" e che ricominciasse da zero, formando piu' plantule, ma molto piccole in dimensione.


    Mi piacerebbe togliermi lo sfizio di sapere se questa mia interpretazione avventata e' giusta o no, quindi provate a fare un po' di talee tagliando la base del picciolo delle foglie di Cephalotus in posizione piu' o meno vicina al rizoma, e poi ditemi cosa succede.

    Buona fortuna!


    Al solito (cheppalle) ringrazio Andrea Amici, che mi ha prestato il suo tempo, mi ha riempito di consigli e mi ha permesso di massacrare il suo Cephalotus tagliando foglie di qua e di la'... senza tener conto del dono della talea che avete visto qui (e che sta crescendo troppo bene).

     
             
      Pagina aggiornata al:
    16 Novembre 1999.
     
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